Se correre fa dimagrire camminare fa stare meglio

Ècome chiedere ai bambini: vuoi più bene alla mamma o al papà? Un dubbio che Amleto in confronto aveva le idee chiare: fa meglio correre o camminare? Da almeno trent' anni, dal definitivo boom dello jogging, milioni di praticanti, medici e scienziati si interrogano e si sfidano sulla ricetta più efficace. Gli ultimi dati non mettono la parola fine - tanto che come osserva scherzoso il sito The Slate la stessa ricerca viene titolata in modi opposti da The Guardian e The Heatlh Magazine - ma hanno il pregio di mettere un po' d' ordine. Lo studio è condotto dal Lawrence Berkeley National Laboratory su trentamila corridori e quasi ventimila camminatori ai quali è stato chiesto di rispondere a domande sul peso, la dieta, la circonferenza della vita e l' attività fisica svolta. Test ripetuto a distanza di sei anni. La prima risposta non ammette repliche: i runners perdono peso con più efficacia, lo perdono più in fretta e soprattutto mantengono gli stessi benefici più a lungo nel tempo. Effetto che diventa ancora più evidente nei gruppi di persone sopra i 55 anni, dove il divario è lampante. E non è solo questione che la corsa brucia più calorie, perché ci sono tabelle che aiutano gli amanti del passo lentoa consumare le stesse quantità: bisogna solo fare attività per un tempo doppio e percorrere una volta e mezzo la distanza. Ma anche così, a parità di consumi, il gap non si colma. La soluzione potrebbe essere nell' appetito, come rivela un altro esperimento condotto dall' University of Wyoming. Un gruppo di persone uniforme per età e allenamento è stato sottoposto a diversi tipi di attività: un giorno tutti sul tapis roulant a correre, il giorno dopo a camminare. Poi finite le sessioni, le cavie vengono portate davanti ad un buffet colmo di cibo. I corridori sembrano non aver alcun richiamo particolare, nonostante lo sforzo appena fatto e mangiano 200 calorie in meno rispetto a quelle bruciate. I camminatori invece si danno da fare con impegno attorno alla tavola e ingurgitano il 50 per cento di calorie in più rispetto a quelle perse: saldo negativo, sforzo atletico inutile. Decisivi per comprendere i risultati, gli esami del sangue che rivelano nei runners l' aumento dell' ormone peptide YY che ha un ruolo importante nella regolazione del nostro appetito. «La gente cerca un sacco di ragioni per non fare sport. E ci viene a chiedere di trovare la risposta che li assolva dalla loro pigrizia. In realtà quel che conta è muoversi. Dipende da cosa si vuole ottenere e in quanto tempo ma l' unica cosa sicura è che stare fermi sul divano fa male», spiega il ricercatore Paul Williams. E infatti la terza parte dell' esperimento sull' appetito gli dà ragione: le persone che non sono andate sul tapis roulant rimanendo in una stanza a leggere e parlare sono quelle più affamate con ben 300 calorie prese in più del necessario. Ma dimagrire non è per forza un sinonimo di salute. Ed ecco che la ricerca viene in soccorso dei passisti. Infatti per il benessere fisico la camminata ha ricadute migliori soprattutto nella prevenzione di malattie del sistema cardiaco. Il rischio legato alla pressione alta infatti si riduce del 4.2% correndo e del 7.2% camminando. Il colesterolo si abbatte del 4,3% nel primo casoe oltre il 7% nel secondo. Dunque, mistero risolto: se voglio dimagrire corro, se voglio star bene con il mio cuore cammino. Niente affatto, la discussione continua. Sul sito del New York Times, dove l' articolo rimane in vetta alla classifica dei più letti, il dibattito tra le due filosofie è feroce. «Avete mai visto un obeso fare footing?», dice uno sfidando apertamente il politically correct che qui è rigoroso. E un medico aggiunge: «È ovvio che i dati sulla camminata sono in percentuale più alti perché solitamente lo stato di salute dei camminatori quando iniziano l' attività è peggiore, dunque migliorano in fretta». E così Achille continua a correre dietro alla tartaruga senza raggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DAL NOSTRO INVIATO MASSIMO VINCENZI NEW YORK