ITALIA A PIEDI

 

L'Italia più bella si scopre con le proprie gambe. Ne è convinto il giornalista e fotografo Fabrizio Ardito che ha raccolto nel libro Italia a Piedi (Touring Editore, 19,90 euro ) gli itinerari più affascinanti per scoprire passo a passo il meglio della penisola.

 

Lo sostiene Paolo Rumiz che interviene sulle pagine della guida per ricordare che «viaggiando a piedi fai i conti con te stesso, con chi incontri e con la tua solitudine, e andare camminando ti pulisce e ti rigenera velocemente. In cammino mangiamo più o meno le stesse quantità di cibo di quando facciamo una vita sedentaria, però beviamo cinque volte tanto, il che vuol dire che ci si "lava" dall'interno. L'atteggiamento con cui si cammina in uno spazio aperto e non troppo popolato è il modo per dire chi sei. Con il tuo modo di muoverti lanci messaggi immediati a chi ti vede: chi ti incontra saprà molte cose di te prima di arrivare a portata di voce o di stretta di mano. Come: "Sono italiano, vengo da lontano, sono in pace con il mondo, sono curioso di incontrare un altro"».

Dal Monte Bianco al Sulcis, passando per le Alpi Marittime, le Dolomiti, la via Francigena, l'Arcipelago Toscano, il Parco d'Abruzzo, la Costiera Amalfitana e la Murgia di Matera, Fabrizio Ardito descrive e racconta 17 zone di grande interesse attraverso altrettanti percorsi adatti a tutti. E chi è alle prime armi trova, nelle pagine introduttive, consigli tecnici sull'attrezzatura, la cartografia e la preparazione del viaggio, oltre a tante indicazioni pratiche per trascorrere molte giornate all'aria aperta. Il libro è reso ancora più interessante da testimonianze di scrittori che amano camminare che, alla pari di Rumiz, raccontano al lettore i tanti pregi del viaggio a piedi.


Susanna Tamaro scrive : «A chi non ha mai camminato, consiglio di prendersi del tempo, di spegnere i telefonini e staccare tutti i dispositivi di riproduzione musicale. Camminare non è una sfida, ma una contemplazione e una scoperta. Camminando, leggo il paesaggio e imparo a decifrarlo. Imparo a conoscere le piante a bordo strada e da quello, capisco il terreno. Dalle piante, immagino gli insetti. Dagli insetti, gli uccelli. Camminare è guardarsi dentro e osservare fuori. Scoprire la bellezza che ci circonda ».


Erri De Luca filosofeggia «l'andatura a piedi, calzati o no, è la visita del mondo. I passi hanno fornito lo strumento di misurazione a popoli pratici e piede è per i greci e i latini la parte di una strofa. Da qualche parte ho scritto un elogio dei piedi perché sono la parte operaia del nostro corpo più delle mani». Mentre Enrico Brizzi consiglia di iniziare a camminare in compagnia di un amico perché « Camminare, come scrivere, è una attività che puoi provare e imparare da solo. Ma potresti anche accorciare enormemente i tempi ed evitare gli errori più ingenui grazie a una conoscenza personale che ti spieghi come evitare alcune sciocchezze. Quindi a chi mi dice che non è mai uscito all'aperto, consiglio di trovare un amico con cui andare fuori la prima volta e poi magari la seconda tornarci da solo».

L'alpinista Nives Meroi, con la praticità tipica delle donne, ricorda infine che è necessario attrezzarsi con «un buon paio di scarpe e non avere fretta. Se le scarpe ti fanno male può essere tremendo. Metti camminare con un tacco 12, come capita a noi signore. Il consiglio è quello di mettere un passo dopo l'altro senza fretta. E' certamente il miglior modo per assaporare anche quello che ti sta intorno, perché il camminare diventi un'esperienza utile». Come resistere a questi dotti consigli e al fascino degli itinerari descritti da Fabrizio Ardito? (07 maggio 2013)

 

Tratto da: viaggi.repubblica.it

 

Le cose importanti della mia vita non sono cose