UN MILIONEOTTOCENTOMILA PASSI

Un cammino di Santiago con un bambino di otto anni

 

Ogni diario di cammino verso Santiago ha le sue ragioni d’esistere. Per se stessi, perché scrivere in cammino è un aiuto a guardarsi dentro. Ma anche per gli altri. Che imparano e partecipano al viaggio. Ogni diario di cammino che leggo, mi sento di essere in cammino anche io. 

Il diario di Elisabetta Orlandi ha una particolarità: è il primo in cui si racconta un cammino di Santiago con un bambino di otto anni. Una donna, una mamma. E un bambino. 

Ed è commovente vivere passo dopo passo la determinazione e l’amore di questa donna per il figlio e per il Cammino.

 

La forza di questo diario sta nel fatto che l’autrice vive questo Cammino con grande gratitudine, ogni passo è un ringraziamento per poter camminare con suo figlio. Un atto di coraggio e di fede. E di fiducia in se stessi e nel mondo. Bello, no?

Il piccolo Johann insegna alla madre una cosa importante; a rallentare. Sul cammino non serve avere fretta, rispettare tabelle di marcia, competere con gli altri pellegrini. Anzi, chi va piano sul cammino avrà un dono in più.
Ovviamente mamma Elisabetta ha tanti dubbi, e qualche senso di colpa: ce la farò? sto forzando troppo il mio bambino Johann a fare una cosa più grande di lui?


Ma le risposte arrivano ogni volta positive:
“Mamma!”
“Dimmi, bambino!”
“Niente, è bello camminare con te”. Mi sorride con gli occhi, mi dà la mano. Siamo felici.

All’improvviso ho la risposta alla mia domanda. Come faremo? Semplice, un passo dopo l’altro.


Libro consigliato a tutti i camminanti; se poi avete voglia di andare a Santiago, ma siete indecisi, questo libro fa proprio per voi: difficile resistere al richiamo del Cammino dopo averlo letto!
Piccola nota sul titolo: è una gara al rialzo. In passato sono apparsi diari dal titolo “Contare i passi” e “Un milione quattrocentomila passi sulla Francigena”. Qui siamo al milione e ottocentomila. C’è bisogno da parte dei pellegrini (o degli editori?) di mettere lì un numero, di contare i propri passi. Per dare entità, valore al proprio cammino. Ma il cammino ha valore in sé, anche se fatto di un solo passo. Il numero dei passi è pochissimo importante, quel che conta è lo spirito con cui si compiono quei passi, la consapevolezza del singolo passo. Consapevolezza di cui l’autrice è ricca. Quindi mi auguro che la gara al rialzo non continui. Avrei intitolato questo libro “Io e il mio bambino a piedi verso Santiago”. Perché questo è.

 

Elisabetta Orlandi – Un milioneottocentomila passi”, Edizioni Paoline 2012 – 19 euro


Quelli che ballavano erano visti come pazzi da quelli che non sentivano la musica -Friedrich Nietzsche